Indice Storia
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E’
oggi scontato che l'informazione - educazione del diabetico sia parte integrante
del trattamento diabetologico.
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Ma
l'idea dell'educazione dell'adulto risale al pedagogo svizzero Heinrich
Pestalozzi (1746-1827) e al teologo-poeta danese Nicolai F.S. Grundtvig
(1783-1872). Per quanto riguarda il diabetico, si è visto come i soliti Rollo e
Bouchardat avessero tentato una prima sommaria educazione ai fini pratici
contingenti. Dai tempi di Bouchardat è poi un susseguirsi di libri o manuali
per i diabetici, quale universale strumento psicopedagogico.
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Nel
1906, V. Noorden, che aveva insegnato a valutare la quota glicidica della dieta
in "unità-pane", istruisce minuziosamente i diabetici con corsi di
cucina dietetica, che doveva poi essere praticata a casa nella settimana,
secondo schemi individuali.
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Nel
1916, Elliot P. Joslin (1869-1962) (Fig.1)
conduce regolari cicli
di insegnamento per i diabetici: "Il diabetico va a scuola per imparare a preservare la sua vita
". Nella scia di Joslin sorgerà, nel 1957, la "Diabetes Teaching
Unit" al New England Deaconess Hospital di Boston. Figura caratteristica,
per la disseminazione dell'informazione sulla dieta giornaliera pesata e per la
sua corrente attuazione con comuni stoviglie da cucina, la Teaching Nurse, già Wandering
Diabetes Nurse dell'era pre-insulinica.
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Fig.1
- Elliot P. Joslin ebbe modo di seguire migliaia di
diabetici e di dare loro una speranza, dall'era di
Naunyn a quella di Banting e Best. |
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Fig.2
- Una
lezione di Margherita Silvestri Lapenna, nel 1952,
sull'autocontrollo della glicosuria. Alcuni cartelloni
sono ora al Museo del Diabete de Torino. |
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Nel
1949, in Italia Margherita Silvestri Lapenna fonda la
"Scuola dei Diabetici" alla Associazione Italiana
Diabetici (AID) di Roma (Fig.2).
Il
processo educativo è completato a casa con la tenuta
diligente del "Quaderno del Diabetico", il libricino-
diario con le annotazioni personali circa glicosuria, vitto,
insulina, ecc.

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Negli
anni Sessanta, Donnel D. Etzwiler inizia a Minneapolis l'educazione del bambino
e dell'adolescente diabetico, in quello che diventerà il più importante "Diabetes
Education Center". Originale l'impegno delle due parti (educatore e
diabetico) con la firma di un vero contratto ( Fig.3)
e poi con la fissazione
di una ricompensa per il diabetico
(cioè, una effettiva autonomia di gestione).

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Fig.3
- Il
contratto educativo di Etzwiler, con la ripartizione
delle responsabilità tra curanti e pazienti. I
rispettivi adempimenti sono via via segnati nelle
apposite colonne. |
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Si
constata, nel 1972, al Los Angeles County Hospital una significativa riduzione
della ospedalizzazione dei diabetici per episodi acuti (corna ipo-iper-glicemico,
amputazione di gamba per lesioni necrotiche del piede) dopo introduzione di
programmi regolari di educazione (Leona Miller).
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Ancora
in Italia, all'inizio degli anni Settanta, Sergio Marigo (1923-1988) a La
Spezia, Andrea W. D'Agostino a Napoli, Aldo Maldonato a Roma, Paolo Fumelli ad
Ancona, e il Centro Karen Bruni a Torino (Fig.4),
danno sistematicamente
all'educazione largo spazio nella routine diabetologica: ciò secondo i
personali orientamenti metodologici, posti sempre però dalla parte del paziente
(la empatia di Edith Stein:
(1891-1942). Una scorciatoia
all'educazione è vista da Anni Andretta nei campi scuola giovanili; il primo
fu aperto da J.C.Wendt nel 1925 in USA (Michigan).
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Fig.4
- Una tipica riunione di informazione nel 1975, al Centro KB di
Torino |
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A
Vicenza, Herta Corradin e Giuseppe Erle introducono la metodologia dell'educazione con il diabetico e realizzano il primo campo-scuola
per adulti [Fig.5].
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Fig.5
- Primo campo-scuola per diabetici adulti a Jesolo, organizzato
dai coniugi Erle (1979) |
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Nel
1979, Jean Philippe Assal, con lo psicologo Rolf Gfeller, pubblica la esperienza
pilota della "Unité de Traitement et d'Enseignement pour Diabétiques"
all'Hôpital Cantonal di Genève, fondata nel 1975. E'avanzato il concetto di
approccio globale al diabetico, nella ricerca dell'equilibrio tra le tre
dimensioni del trattamento: somatica (biomedica), psicologica (psicosociale) e
pedagogica (L'enseignement d'une
importance equivalente au traitement proprement dit ").
Quivi,
agli inizi dei Cinquanta, Soeur Voegelin aveva già condotto
educazione ai diabetici.
E'
il primo tentativo di formalizzare, con l'apporto della scuola pedagogica di
Jean Piaget, le intuizioni e le iniziative di tanti diabetologici illuminati
delle epoche precedenti: il feedback da parte del paziente mette in azione un
modello cibernetico di comunicazione circolare, in opposizione al sistema
lineare della medicina tecnico- scientifica. Sull'esempio di Ginevra, corsi
strutturati di educazione si svilupperanno a Munchen, Dusseldorf e Wien.
I
programmi formativi per i diabetici troveranno il loro banco di prova
comportamentale con la diffusione dell'autocontrollo domiciliare della glicemia,
come si vedrà nel capitolo seguente, negli anni Ottanta-Novanta.
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