Indice Storia
|
|
 |
Gli
anni Venti dell'insulina portano alla ribalta di diabetici e
diabetologi un nuovo sintomo: l'ipoglicemia,
termine peraltro già usato nel 1870, in medicina
sperimentale.
Si
manifesta con segni neuro-vegetativi reattivi o con segni
neurologici per sofferenza cerebrale, fino al coma, in seguito a
caduta della glicemia per dose inappropriata di insulina. E' una
osservazione subito piuttosto frequente (Lawrence, nel 1922), ma
solo nel 1924, un general
practitioner dell'Alabama, Seale Harris (1870- 1957), è
colpito dalla somiglianza tra certi disturbi insorgenti
spontaneamente in 5 suoi pazienti e quelli che poteva provocare
l'iniezione di insulina nei diabetici. Ne discute con Banting,
che è d'accordo sull'ipoglicemia, quale condizione speculare del diabete. |
|
Nel
1927 giunge la presentazione Russel Morse Wilder (1885-1959) del
primo caso di ipoglicemia spontanea, da tumore funzionante delle
cellule beta-pancreatiche (iperinsulinismo
organico: insulinoma) in un medico di 40 anni. La prima
asportazione chirurgica completa di un insulinoma, con
guarigione dell'ipoglicemia, è del 1929 (Evarts Ambrose Graham:
1883-1957). Un iperinsulinismo
funzionale, iper reattivo allo stimolo insulino-secretore
dei comuni carboidrati alimentari, con ipoglicemia alleviata
dalla assunzione di zucchero, verrà più tardi provato con il
dosaggio radioimmunologico dell'insulinemia, in soggetti a
particolare personalità o a famigliarità diabetica.
Nel
1932, intanto, J. Sigwald ha raccolto in una sua monografia 24
casi mortali di ipoglicemia insulinica nella letteratura
mondiale. Sono storie dolorose di bambini diabetici
sovra-insulinizzati in occasione di coma iperglicemico che, a
glicemia normalizzata, manifestano sintomi neuroglicopenici
irrimediabili.  |
|
Un
capitolo a sé è rappresentato dalla cura di forme acute e
croniche di schizofrenia a mezzo del coma ipoglicemico
convulsivante (40-400 Unità di insulina endovena!!), terminato
da infusione glucosata, che il viennese Manfred Sakel
(1900-1958) sperimentò e introdusse dal 1927 al 1937. Il suo
metodo, fisiopatologicamente interpretato (la distruzione
ipoglicemica, al pari di quella prodotta dall'elettroshock, di
neuroni malati, agenti disturbatori dei neuroni sani vicini), aspramente criticato
ma sostanzialmente accettato, si diffuse ovunque e specialmente
in USA, sopravvivendo perfino alla introduzione degli
psicofarmaci (Fig.1). |
|
 |
Fig.1
- Ipoglicemie estreme ottenute con giornalieri shocks insulinici,
in uno schizofrenico americano (Da "Insulin treatment in
psychiatry" di M. Rinkel, New York, 1959) |
|
Sakel
sarà premiato, nel 1957, come inventore di una terapia
fondamentale delle psicosi [Fig.2]. La
"piccola
insulina"
(cioè la piccola dose) sarà vantaggiosa anche nelle
nevrosi.
Fatto
sta che l'ipoglicemia insulinica, fino alle sue estreme mortali
conseguenze, ha preso posto nell'immaginario popolare e continua
ad alimentare la cronaca e la letteratura gialla di questi
ultimi decenni (Fig.3).
Tra i
romanzi, notissimo "Maledetto Ferragosto" di Renato
Olivieri, ambientato a Milano (1989).
|
|

|

|
Fig.2
- Onoranze a Manfred Sakel nel 30° anniversario della cura
insulinica in psichiatria. |
Fig.3
- Il caso Bülow (1982): un assasinio con insulina a Clarendon
Court, Newport? |
|
Nel
1960, il trattamento dell'ipoglicemia grave (convulsioni, coma)
trova una risorsa pratica e sicura con la somministrazione
intramuscolare del Glucagone,
prodotto dalla Novo (Fig.4).
Il
glucagone
("mobilizzatore di glucosio") è il secondo ormone
pancreatico, prodotto nelle cellule alfa-insulari (K.H. Gaede:
1950), il cui effetto iperglicemizzante immediato da
glicogenolisi epatica era stato supposto da J.R. Murlin fin dal
1923 e applicato da H. Elrick nel 1958.
|
|
 |
Fig.4
- La
prima comunicazione Novo sull'uso terapeutico del Glucagone |
|
In
realtà, già J.J.R. Macleod, nel 1922, aveva riscontrato una
modesta e transitoria elevazione della glicemia in seguito a
iniezione endovenosa di insulina, testé scoperta. H. Warenbourg
giungerà addirittura a postulare un "diabete insulinico"
(1 936). La separazione del glucagone dall'insulina
nell'estratto pancreatico fu realizzata da M. Biirger dal 1930
al 1940. La sua natura proteica (una catena lineare di 29
aminoacidi) fu stabilita da W.W. Bromer nel 1956; la sintesi
completa fu ottenuta da E. Wiinsch nel 1967. Dal 1993 il
glucagone, già di origine porcina, è prodotto dalla Novo per
via biosintetica secondo la formula umana. 
Indipendentemente
dall'azione iperglicemizzante, il glucagone fu riconosciuto un
potente stimolatore della secrezione insulinica nel 1965 (V.
Marks), donde il test diagnostico di K. 0. Faber e C. Binder
(1977). |
|
|