Indice Storia
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In
pieno futurismo, il ristagnante periodo paradigmatico seguito
alla scoperta del diabete da pancreasectomia è bruscamente
rivoluzionato dalla improvvisa idea geniale di un uomo nuovo,
del tutto estraneo alla ricerca accademica: Frederick
Grant Banting (1891- 1941) (Fig.1). La
sua storia è incredibilmente avventurosa, tanto da giustificare
ampiamente i libri (Wrenshall, Bliss, Williams) e i films che ne
sono poi stati tratti. |
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Fig.1
- Frederick Grant Banting |
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Nel
1920, Banting, reduce dalla guerra in Francia, dove ha acquisito
grande abilità chirurgica, fidanzato poco affidabile, è
dimostratore di fisiologia all'Università di London - Ontario
(Canada). La sera del 31 ottobre legge un articolo scientifico
di Moses Barron, ne è affascinato e alle 2 di notte annota sul
suo taccuino: ""Diabetus". Legare i dotti
pancreatici nel cane, tenerlo in vita finché gli acini
degenerano lasciando intatte le isole. Cercare di trarre da
queste la secrezione interna e curare con essa la "glucosurea"
". Lo spelling dei termini latini è zoppicante, ma il
disegno è preciso e la fiducia è irremovibile. |
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Il
7 novembre 1920 ottiene una colloquio con il direttore
dell'Istituto di Fisiologia all'Università di Toronto, John
James Rickard Macleod (1876-1935) (Fig.2)
riservato
cattedratico e noto esperto di metabolismo dei carboidrati, e
gli espone il suo progetto. Ovviamente, Macleod - perfettamente
al corrente della inconclusiva letteratura - sconsiglia. |

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Fig.2
- J.J. Rickard Macleod |
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Fig.3
- Charles Herbert Best |
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Ma
l'8 marzo 1921 egli accorda all'insistente Banting alcune "facilities"
per qualche esperimento: uno stambugio, un banco di lavoro, 10
cani in uno stabulario rudimentale e l'aiuto dello studente
frequentatore Charles Herbert Best
(1899-1978) [Fig.3], scelto
con il lancio della monetina rispetto al collega E. Clark Noble.
Best, anche egli reduce della Francia e quindi subito buon
camerata, innamoratissimo della fidanzata Margaret e nipote di
una diabetica Aunt Anna, si incarica, oltre che di varie
umili incombenze, della esecuzione delle glicemie sui cani.
Impiega
a tale scopo una modificazione del micrometodo di Lewis e
Benedict (provvidenziale, che siano necessari solo 0.2 ml di
sangue!) con lettura al colorimetro Duboscq-Leitz (introdotto
nel 1854 e per un intero secolo largamente usato in Europa e in
America). |
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Il
17 maggio 1921 - al Toronto Medical Building (ora scomparso) -
Banting opera i primi cani di legatura dei dotti pancreatici per
ottenere la degenerazione del pancreas esocrino. In giugno e
luglio sono operati di pancreasectomia totale e resi diabetici
altri cani, ai quali viene iniettato per via endovenosa un
estratto di pancreas degenerato, in soluzione Ringer, preparato
sterilmente e a bassa temperatura (per evitasse l'inattivazione
da parte dei residui fermenti digestivi). E' in queste settimane
che l'estratto di magic islets è chiamato da Banting e
Best "Isletin ": Macleod, più tardi, riprenderà
il termine universale "Insulin ". L'iniezione
endovenosa di 5 ml di Isletin provoca una evidente caduta della
glicemia nel cane diabetico n. 410, tra le 9 e le 1 1 del 30
luglio 1921.
In
agosto e in settembre, Banting e Best lavorano da soli, giorno e
notte, per migliorare, con vari metodi, l'estratto di isole. Su
suggerimento di Macleod, scoprono (pare su consiglio di Macleod)
che la legatura dei dotti pancreatici nei cani non è
necessaria: l'estrazione, a freddo, delle isole in mezzo alcoolico-acido
preserva il tessuto insulare da ogni attività degli enzimi
pancreatici proteolitici. Anche l'uso di pancreas di bue
prelevato al mattatoio (dapprima dal feto, le cui isole si
sviluppano prima del resto ghiandolare, poi anche da animale
adulto) è adatto allo scopo. Si riesce così a mantenere in
vita per vari mesi il cane spancreato n. 92, la famosissima
Marjorie [Fig.4], con
la somministrazione regolare di Isletin: la glicemia si
normalizza, si rileva anche l'ipoglicemia con dosi elevate, la
sintomatologia diabetica scompare. E cosi, in tanti altri cani. |
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Fig.4
- Bassorilievo di Marjorie. Il modello fu conservato da
Best nel suo studio a Toronto. |
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A
fine settembre, Macleod torna dalle vacanze in Scozia,
si rende conto dell'importanza dei risultati ottenuti in
sua assenza e interviene con la autorevole esperienza
del direttore di istituto. Il 14 novembre 1921, al
Physiological Journal Club dell'Università di Toronto,
fa presentare da Dr. Banting e Mr. Best la
comunicazione: "Pancreatic Diabetes". I dati
presentati dall'impacciato Banting destano scalpore nel
mondo scientifico.
Macleod
affianca allora a Banting, pare su sua richiesta, il
geniale ma irascibile (non vuole rivelare il suo metodo)
biochimico James
Bertrand Collip (1892-1965) [Fig.5], di
Edmonton. A lui si deve il perfezionamento del metodo
estrattivo alcoolico (non voleva rivelarlo) e soprattutto la purificazione (da
lipidi e sali) dell'Isletin, tanto che il Collip’s
Serum è ritenuto pronto per la sperimentazione
sull'uomo. Tra parentesi, quale celerità di procedura
in confronto a quella oggi ovunque richiesta per la
ammissione di nuove terapie!
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Fig.5
-James Bertram Collip |
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Banting,
frattanto, ha incontrato - nel dicembre - G.H.A. Clowes, che a
nome della Eli Lilly and Company di Indianapolis (U.S.A.), gli
prospetta l'interesse dell'industria per la scoperta, mentre il
Connaught Laboratories di Toronto inizia - nel gennaio 1922 - una
produzione di insulina limitata alle necessità della
sperimentazione clinica e fornita in tavolette da 1 Unità
Toronto, da sciogliere in acqua bollita.
Il
giorno 11 gennaio 1922, al vicino Toronto General Hospital
(tuttora esistente, con un "Insulin Museum"), dai
dottori A.A. Fletcher e W.R. Campbell (Banting non poteva avere
accesso, almeno all'inizio) è per la prima volta somministrata
insulina - 96 Unità al giorno per via sottocutanea - a Leonard
Thompson, di 14 anni, ricoverato per diabete in fase terminale dal
2 dicembre 1921. Rapida ripresa con riduzione di glicemia e
glicosuria, malgrado un ascesso da iniezione: fanatico della moto,
egli morirà nel 1935 dopo un incidente stradale.
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Fig.6
-Joseph
Gilchrist |
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Da
febbraio ad agosto altri giovani diabetici sono clamorosamente
salvati in extremis: come il medico Joe
Gilchrist (1893-1951) (Fig.6) interno
al General Hospital; la ragazzina quattordicenne Elizabeth Hughes,
figlia del segretario di stato americano, che vivrà fino al 1981;
la dodicenne Elsie Needham, già in coma chetoacidosico; e tanti
altri - tutti personalmente accolti da Banting con grande
simpatia, malgrado le difficoltà continenti - come Theodore Ryder,
classe 1916, del New Jersey, sopravvissuto fino a 3 anni fa. A
Boston, le bambine di Joslin chiamano "Lilly" le loro
bambole. E' il miracolo dell'insulina, la scoperta del
secolo. Il 19 agosto 1922 il "The Times" di Londra
titola: "Canadian Diabetes Cure - Encouraging Results".
In
sede scientifica, Banting e Best pubblicano il loro primo lavoro
nel febbraio 1922; seguono numerose altre pubblicazioni a nome
anche di Macleod, Collip, Noble, Fletcher, Campbell, Gilchrist.
Macleod, dal canto suo, si occupa nel 1922 di estrazione di
insulina dalle isole di diversi pesci [Fig.7]. |
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Fig.7
- Il trattato conclusivo di Macleod sull'insulina. con largo
spazio dedicato alle ricerche personali |
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Nel
1923 è decretato il premio Nobel per la medicina a Macleod e a
Banting: il primo lo divide con Collip, il secondo con Best. E qui
esplodono le polemiche e le rivendicazioni reciproche fra gli
scopritori dell'insulina: soprattutto da parte di Banting,
scatenato contro Macleod ("Go to hell!"), accusato di appropriazione
dell'altrui fatica. Del resto, anche in seguito, Banting riterrà
Best un ambizioso e Best non considererà mai Banting come un vero
scientist, ciascuno dalle alte posizioni accademiche
conseguite. E' equo pensare che il quartetto, nel suo complesso,
abbia ben meritato il premio: "Glory enough for all ",
gloria per tutti, come dice il titolo di una video-cassetta
canadese di recente successo (1987) e come sembrano dimostrare i
riscoperti archivi di Toronto (Fig.8).
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Fig.8
- Targa obbiettivamente commemorativa al General Hospital
di Toronto |
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Comunque,
visto oggi, il progetto sperimentale che ha portato alla realizzazione
dell'insulina è "esemplare per eleganza e semplicità dal punto di
vista metodologico " (Galzigna, 1994). Ma è certo che solo Banting
manterrà il suo stile antinconformista, malgrado il conseguito titolo
baronale. Morirà il 20 febbraio 1941 a Gander- Terranova, su un bombardiere che, per la pessima visibilità, non riuscì a decollare: Banting
provava combinazioni di volo ad alta quota. |
Il romanzo
dell'insulina non finisce qui. Il 6 novembre 1923, Nicolae Constantin Paulescu
(1869-1931), fisiologo di Bucarest e ricercatore di classe parigina, invia una
lettera al Presidente del Comitato Nobel di Stoccolma protestando che il
premio sia stato accordato a "persone che non lo meritano
affatto". Nella velina della lettera originale, custodita al nostro
Museo del Diabete, Paulescu dichiara: "La scoperta degli effetti,
fisiologici e terapeutici, dell'estratto pancreatico nel diabete mi appartiene
tutta intera ". E si richiama ai suoi esperimenti, con estratto
acquoso di pancreas non degenerato nel cane spancreato, resi noti nell'aprile,
giugno e agosto 1921 (all'epoca in cui Banting e Best si affacendavano con
Marjorie). La somministrazione endovenosa del suo estratto, chiamato "Pancréine",
aveva provocato costantemente caduta dell'iperglicemia fino a ipoglicemia,
con soppressione della glicosuria e dell'acetonuria [Fig.9)."Non
restava più che il dettaglio della sua applicazione sull'uomo ": dice
Paulescu, che però temeva la formazione di ascessi con l'iniezione
sottocutanea.
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Fig.9
- Nicolae Constantin Paulescu e una pagina del suo trattato di Physiologie
Médicale. Bucarest 1920. E' evidente la priorità
scientifica. |
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La priorità
della scoperta dell'insulina da parte di Paulescu, sostenuta accoratamente
negli anni Settanta dal conterraneo Jonel Pavel (1897-1991), pur ammissibile
sul piano teoretico, è confutabile sul piano realistico. E' inconcepibile che
nella Romania di quel primo dopoguerra si fosse potuto arrivare, nello spazio
di un anno, alla realizzazione di una insulina terapeutica, come quella
americana della Lilly.
Per la
cronaca, la lettera di Paulescu restò senza risposta. Come pure la
perorazione di Pavel, pur con assensi di circostanza.
E nel 1923, il
nostro Antonio Diamare, risentito per non essere stato nemmeno citato dai
Canadesi, scriveva da Pisa: "La
preparazione scientifica perde forse di valore con la preparazione
farmaceutica ?".
Rivendica
anche priorità l'americano Israel Kleiner (1885-1958)
Banting
riconoscerà solo a Minkowski la qualifica di "grand father"
dell’insulina.

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