Indice Storia
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Mentre in Europa
si gioca e ci si prepara alla guerra, la scoperta fortunosa del diabete da
pancreasectomia dà credito alle intuizioni di Etienne Lancereaux (1829-1910),
che aveva trovato atrofia del pancreas in un suo caso di diabète maigre (Fig.1).
Ma, per oltre un
trentennio, l'evento non troverà stranamente applicazioni pratiche per la cura
del diabete. Deludono infatti le accanite indagini di innumerevoli ricercatori
di tutto il mondo, spesso in irriducibile lotta tra loro, che si susseguono a
scadenza ravvicinata.
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Fig.1
- Atrofia del pancreas in un giovane diabetico nel disegno di
Etienne Lancereaux (1877)
"Il
eut fait un bon professeur, point affable et séduisant..."
(Blanchon, 1891)
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Falliscono,
intanto, i tentativi di trattamento con estratti pancreatici in giovani
diabetici. Nel 1893, a Torino, Ferdinando Battistini (1867-1920) inietta a 2
giovani diabetici, durante alcuni giorni, per via sottocutanea e intramuscolare,
5-25 cc (!) di un estratto (acquoso e glicerico), preparato con somma attenzione
nel laboratorio della Clinica Medica, da pancreas bovino fresco. A parte alcuni
ascessi nel luogo di iniezione, non si rilevano variazioni nel decorso clinico
del diabete. E i poveri due diabetici, ai quali ovviamente non era stato affatto
domandato il consenso informato per l'esperimento, dichiarano di sentirsi
meglio e chiedono di essere dimessi [Fig.2].
Minkwoski
stesso non ottiene, sperimentando sempre sul cane, risultato alcuno con
trapianti sottocutanei di tessuto pancreatico.
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Fig.2
- Ferdinando battistini che, all'Ospedale S.Giovanni di
Torino, tentò nel 1893 un trattamento di giovani
diabetici con un estratto pancreatico artigianale |
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Ci si ricorda
allora che nel 1869, a Berlino, Paul Langerhans (1847-1888) (Fig.3),
allievo
(e amico di famiglia) del grande
patologo Rudolf Virchow (1821-1902) che, fin dal 1857, sospettava che il
pancreas secernesse non solo verso l’esterno, ma anche all’interno,nel
sangue. Langerhans aveva per primo descritto con precisione nel pancreas "mucchietti
rotondeggianti " ("Haufchen ") di cellule (9 tipi) a
struttura diversa da quella delle cellule acinose secretrici del succo
pancreatico digestivo. Questi mucchietti erano apparsi dispersi come isolotti o isole
nel resto della ghiandola e non era loro stata riconosciuta, per il momento,
una funzione particolare. Langerhans, frattanto, era morto di tisi polmonare a
Funchal-Madeira, dopo un illusorio miglioramento che gli aveva permesso una attività
medico-pratica a Funchal.
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Fig.3
- Paul
Langerhans (*) con il padre e con i fratelli, tutti medici
affermati a Berlino, poco dopo la tesi di dottorato
sulla "Anatomia microscopica del pancreas" |
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Si giunge ora a
ipotizzare che le isole di Langerhans siano sede di produzione di una
secrezione interna - nelle intuizioni di Charles Edouard Brown
Sequard (1813- 1878) - con azione antidiabetica. Dal 1906 al 1915, si
rincorrono sull'argomento le pubblicazioni del nostro Antonio Diamare
(1872-1966) il primo a ipotizzare una "cachessia isole-priva", di
Gustave Edouard Laguesse (1861-1927) il "padre delle isole ",
di
Raphael Lépine, (1840-1919), propugnatore di un "fermento glicolitico
del sangue ", col suo "fermento glicolitico"
primo a pensare a un trapianto di isole, e di
tanti altri. Si conferma che le cellule delle isole, intatte dopo legatura del
condotto escretore del pancreas e conseguente atrofia della ghiandola,
contengono una sostanza che si versa direttamente nel sangue e che Nicola Pende
(1880-1970) disegna in forma di finissimi granuli. Edward Albert Schafer
(1850-1936) trova perfino - nel 1915 - un nome alla sostanza: "insulina"
(già però proposto dal belga Jean de Mayer nel 1909), ammettendo anche un suo precursore, la "pro-insulina ", proprio
nel senso attuale. Si comincia a parlare di ormoni
("la paratiroidina" di Giulio Vassale:1862-1913). Eugene Lindsay
Opie (1873-1971), nel 1900, alla Johns Hopkins University, dimostra poi
inequivocabilmente una relazione tra diabete e degenerazione delle isole: esse
non sono quasi più riconoscibili in un bambino morto in coma.
Ma la
separazione dal pancreas esocrino di un estratto di isole contenente il
principio attivo non riesce ai ricercatori, che tentano diverse vie invano.
Neppure l'americano Ernest Lyman Scott (1875-1934) convince sperimentalmente con
il suo estratto solubile in acqua acidulata.
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Solo il
berlinese Georg Ludwig Zuelzer (1870-1949) riduce la glicemia e la
chetosi,
prima sperimentalmente, poi - nel 1909 - in un uomo in coma iperglicemico, con
la somministrazione - durante 5 giorni - di un estratto alcoolico di pancreas
bovino, preservato dalla autodigestione proteolitica (Fig.4).
Zuelzer, che ha
ottenuto l'interessamento dell'industria (Schering, Hóchst e Hoffmann La Roche)
nonché 3 brevetti americani (1912), fa provare il suo estratto in 8 diabetici
gravi ricoverati nella Clinica Medica di Breslau. Glicemia e glicosuria si
riducono, ma compaiono febbre, vomito, convulsioni: fenomeni tossici o
ipoglicemia? Conclusione: le industrie sospendono il loro aiuto e, nel 1914, lo
scoppio insensato della guerra mondiale travolge anche Zuelzer e il suo Acomatol
(das deutsche Insulin, come la chiamerà, recriminando, nel 1923).
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Fig.4
- Georg Ludwig Zuelzer |
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Lo stesso accade
per Ferdinand Blum (1865-1959), a proposito di un preparato di pancreas che
aveva interessato, nel 1912, la Farbwerke Höchst, a Frankfurt.
Cosi i giovani
diabetici, stremati dalla dieta (non più di 800 calorie al giorno, al fine di
ottenere urine "sugar-and acid-free") dell'americano Frederick
Madison Allen (1879-1964), continuano a morire in coma, magari sulla Riviera,
accomunati ai tubercolotici dalla speranza di una impossibile guarigione al
sole. Solo Carlo Arnaldi (1860-1924), alla "Colonia della Salute" di
Uscio, pratica con successo una dieta normoglicidica, in era preinsulinica.
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