Indice Storia
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Nel
vittoriano anno 1889, Oscar Minkowski (1858-1931) è a Strasburgo -
Elisabethstrasse - allievo prediletto di Bernhard Naunyn, clinico medico. Si
disputa in quel tempo, fra i fisiologi, se sia possibile asportare totalmente il
pancreas nel cane con sopravvivenza dell'animale, superando il dogma negativo -
tuttora imperante - di Claude Bernard. Joseph von Mering (1849-1911), che sta
studiando gli effetti del succo pancreatico sulla digestione dei grassi, propone
- en passant- all'amico Minkowski di tentare una pancreasectomia totale nel
cane. E Minkowski, operatore abilissimo, accetta la sfida, con la benedizione
del maestro Naunyn.
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Oscar
Minkowski |
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Con
l'assistenza di Mering (poi subito allontanatosi da Strasburgo
per motivi famigliari), Minkowski conduce a termine l'intervento
e il cane sopravvive. Ma l'attento inserviente di laboratorio,
Herr Joseph Zinck, ha da ridire con Minkowski sul fatto che il
cane, prima così pulito, urina ora incessantemente in tutti gli
angoli della stanza. Minkowski, "seguendo
un impulso momentaneo",
esamina quell'urina col reattivo di Trommer e
la trova massicciamente glicosurica. Poiché frattanto il cane
muore ischeletrito in coma diabetico cheto-acidosico, Minkowski
attribuisce al pancreas "una particolare, finora
sconosciuta funzione sul ricambio glicidico".
L'esperimento è ripetuto
in altri cani e i risultati confermano il caso ragionato
dell'osservazione iniziale. L'idea però di un diabete di
origine puramente pancreatica, e in particolare di un "pancreas che versi nel sangue sostanze necessarie agli atti
dell'organismo ", incontrerà per molti anni accaniti oppositori nella
comunità scientifica. Minkowski stesso, fino al 1895, non trova
spiegazioni convincenti per il suo diabete da asportazione del
pancreas (Fig.
1).

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Fig.1
- Pubblicazione di Oscar Minkowski sul "Diabete mellito
dopo estirpazione del pancreas. |
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Ma
la vicenda, ben documentata da Naunyn e ben romanzata da Joseph Lóbel, non
sarebbe completa se non si ricordasse che la prima esportazione sperimentale del
pancreas fu effettuata a Torino, nel 1888, da Giovanni Martinotti (1857-1928) di
Villanova Monferrato, fratello del più noto Federico Martinotti, inventore di
un metodo industriale per la fermentazione dello spumante in grandi tini [Fig.
2].
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Fig.2
- Giovanni Martinotti e la lapide che lo ricorda sulla casa
nativa di Villanova, presso Casale, rimasta intatta tra
le risaie che hanno sostituito i vigneti |
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Come
ampiamente riconosce nella sua pubblicazione originale, Minkowski si avvalse
infatti - per l'estirpazione del pancreas - di essenziali dettagli di tecnica
chirurgica introdotti da Martinotti: come le cautele antisettiche, l'accurata
emostasi, la prevenzione della necrosi duodenale. Sfortunatamente, Martinotti
non ricercò la glicosuria nei suoi animali operati, né fu indotto a farlo da
un solerte aiutante.
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D'altra
parte, sempre in quegli anni, anche Nicola De Dominicis (1845-1928), a Napoli,
aveva condotto a termine pancreasectomie (verosimilmente parziali) riscontrando
saltuariamente glicosuria, attribuita però a disturbi intestinali gravissimi.
Eugène Gley (1857-1930), fisiologo di Parigi, ci lascerà una unica immagine di
macilento cane diabetico da pancreasectomia, che egli aveva acutamente
interpretato in una memoria suggellata e tardivamente aperta alla Societé de
Biologie de Paris [Fig.
3].
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Fig.3
-Fotografia di un cane diabetico, 48 giorni dopo l'asportazione
del pancrea e 24 ore prima della morte. (da "Traité
élémentaire de physiologie" di E.Gley, Baillère, Paris
1919). |
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Per
non dire, infine, dello svizzero Johann Conrad Brunner (1653-1727), già
studente a Strasburgo e che pure aveva asportato parzialmente il pancreas a cani
maschi attirati subdolamente in casa: ben ristabiliti, essi erano voracissimi e
urinavano ogni dove per i vicoli di Diessenhofen. Al diabete, Brunner non aveva
però nemmeno pensato; si preoccupava solo di mostrare che il pancreas non era
un organo essenziale per la vita (Fig.
4). Fig.
4). Ciò ritarderà per oltre due secoli l'affermazione della teoria
pancreatica del diabete, che seguirà a quella epatica di Claude Bernard.
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Fig.4
- Frontespizio dell'aureo libretto di Johann
Conrad brumer. Gli esperimenti di pancreasectomia sono
raccontati con precisione avvincente. |
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Ma,
ancora all'insegna della "serendipity", si avrà anche una
pancreasectomia chimica. Nel 1943, a Glasgow, J. Shaw Dunn (1885-1944), con H.L.
Sheean e N.G.B. Letchie, incaricato di studiare quali fra i prodotti di
demolizione proteica potessero causare la "crush syndrome" da
schiacciamento muscolare esteso, traggono a caso da un dizionario di chimica la allossana,
ureide dell'acido mesossalico, nota dai tempi di Justus Liebig (1838).
Iniettano per vena la allossana nel coniglio e, dopo una fugace iperglicemia,
constatano una grave ipoglicemia con convulsioni (e morte, senza
somministrazione di glucosio), seguita - entro 12 ore - da un diabete
cheto-acidosico sovrapponibile al diabete umano, sensibile all'insulina.
Istologicamente: distruzione delle cellule beta-insulari del pancreas, ciò che
spiega - per la massiva liberazione di insulina dalle cellule degenerate -
l'ipoglicemia iniziale. Convulsioni nel coniglio iniettato con allossana erano
già però state segnalate da H. Wiener nel 1899 e addebitate proprio a
ipoglicemia da H.R. Jacobs nel 1937. Al solito, osservazioni perdute.
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