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Si è venuto affermando nel corso di questi ultimi anni il termine di "piede diabetico", che vorrebbe sintetizzare le diverse possibilità di estricazione clinica delle ben note lesioni del piede nel diabetico.
Tale concetto inizialmente si riferiva per lo piu alle manifestazioni cliniche della vascolopatia e della neuropatia periferiche diabetiche che, come è noto, sogliono interessare con maggior frequenza e intensità le estremità inferiori, nonché hai processi infettivi variamente associati a tali alterazioni.
La vascolopatia periferica riguarda quelle alterazioni aterosclerotiche aggravate e accelerate dal diabete (dismetabolismo lipidico?), interessanti soprattutto le piccole arterie e le arteriole precapillari (Warren-Le Compte, Dogliotti, Ditzel, ecc..). Ancora recentemente, d'altro canto, si è insistito su lesioni arteriolari delle estremità distinguibili dalla arteriosclerosi per la caratteristica proliferazione endoteliale e per particolarità istochimiche (Goldenberg). Si è andata comunque confermando la relativa rarità della gangrena massiva delle estremità del diabetico ("varietà distale" sec. Samuels).
La neuropatia periferica; nel significato attuale di entità clinica ben distinta, da porre sullo stesso piano della vasculopatia diabetica, anche se ancora non ben definita dal lato patogenetico  e anatomico, è pure di acquisizione relativamente recente (Fagerberg, Ellenberg, Root, Martin, Goodmann e Coll., Hirson e Coll., Broch e Klovstad, Fiorio e Bossi, ecc..).
Alle manifestazioni di tipo radicolitico e polineuritico e di interessamento midollare, soprattutto posteriore, riguardanti quasi esclusivamente l'arto inferiore, viene oggi attribuita notevole importanza nel determinismo delle varie lesioni del piede (neuropatia e mielopatia diabetica).

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