Nel 1937 non
esistono in Italia centri di studio, accertamento e sorveglianza
dedicati esclusivamente al diabete, a prescindere da alcuni
«ambulatori» o «dispensari antidiabetici» che «limitatamente e
parzialmente adempiono questo ufficio» presso le cliniche
mediche universitarie.
Così G. Basile (1), pioniere di una moderna «diabetologia» nel
termine e nel concetto proposti poi, per primo, da C. Faelli (2)
nel 1942, e autore di una «cartella biografica per diabetici»,
oggi riscoperta come «protocol system for management of diabetes»,
da autori americani.
Di questi ambulatori diabetici italiani il primo fu quello di V.
Ascoli a Roma (1924), nella cui Clinica Medica era funzionante
una cucina dietetica. Seguirono quelli di F. Schiassi a Bologna
(1925); di F. Micheli a Torino con S. Battistini (1928); di M.
Ascoli a Palermo con L. Cannavo’ e S. Fiandaca (1930); di L.
Zoia a Milano (1932); di L. Ferranini a Bari (1932); di P.
Bastai a Firenze con G. C. Dogliotti (1933); di F. Galdi a Pisa
(1934); di M. Barbara a Genova (1934); di R. Silvestrini a
Perugia (1935); di N. Catsellino, con S. Caccuri, a Napoli
(1935).
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(1)BASILE G.: Il diabete mellito. Opera Medica Wassermann,
Milano, 1937.
(2)FAELLI C.: Diabetologia clinica. Edizioni Italiane, Roma,
1942. |