LA BIBLIOTECA - pag.3

Celio Aureliano, l'ultimo degli scrittori dell'impero romano d'occidente, in una "Editio prima" veneta (1757) (1), ci fornisce preziose notizie sul primo uso del termine "diabete" da parte di Apollonio di Menfi e di Demetrio di Apamea (III secolo prima di Cristo). Ma, ancora a proposito: "diabetes" come "passaggio dell'acqua" e "sifone", o come "compasso a gambe allargate"?. Non sarebbe linguisticamente più corretto "diabèsis", come vorrebbe Don Andrea Bava?

La medicina bizantina è ben rappresentata da Paolo di Egina (edizione del 1567), che per diabete usa correntemente "dipsacos" o malattia della sete intensa, quale provocata dal morso del solito serpente Dipsada, e da Alessandro di Tralles che, nel testo "ressuscité en francais" dal Brunet (1933), dedica al diabete il capitolo VI del libro XI, consigliando, con indivia e lattuga, una alimentazione copiosa.

 

Non determinante l'apporto della medicina islamica: Ibn Sina o Avicenna ("Canon Medicinae", nella traduzione latina di Andrea Alpago, Apud Juntas, 1595) chiama il diabete anche "cadumis" e "aldulab" o "circuito, ruota dell'acqua per le lavandaie o per il mulino". Non confermata, una menzione di Avicenna al sapore dolce dell'urina, quale rilevato dalla antica medicina orientale. L'opera di Avicenna non è che una pur meritoria trascrizione della medicina greco- romana di Galeno. Alla medicina del Medioevo non reca che il "Diamargariton" (elettuario a base di perle polverizzate, oro e argento, cassia d'Oriente, ecc.), medicinale per i ricchi e che non risulta aver trovato impiego in invano ricercati casi di diabete, a quanto si apprende nella monumentale "Raccolta dei documenti degli Archivi Sabaudi" di Giovanni Carbonelli (1931). Restano pur sempre i salutari precetti della "Scuola Salernitana" pubblicata in versi leonini nel 1100 ("La scuola salernitana dilucidata di Fulvio Gherli, Giuseppe Corona, in Venezia, 1733): il diabete è dovuto alla "smodata attrazione dell’urina dal fegato ai reni, per la quale è utilissima la sudorazione abbondante- a mezzo di sedia surriscaldata.

Nel XII.secolo abbiamo però notizie della prima "diabetologa" della storia: Hildegard von Bingen. Tra le 47 malattie del suo "Causae et Curae" figura anche il diabete, per il quale è consigliata una dieta di noci, dolci ed aromi (L. Franzì: "La donna nella storia della medicina", Univ. Pavese, Pavia, 1944).