A questo punto,
si rendeva evidente la necessità di poter disporre di una biblioteca specifica
che, dal 1975 a oggi, si è formata e via via accresciuta, fino a integrare
opportunamente il progetto personale di un "Museo del Diabete".
Con gli apporti
propri e di casa paterna (Diego Bruni, medico- chirurgo e bibliofilo, aveva
raccolto una pregevole scelta di libri), con i contributi di Fiorio e di
Barbero, ma essenzialmente con acquisti di antiquariato perseguiti in tutta
Europa per un ventennio, il catalogo informativo della biblioteca del Museo,
curato da Maria Patanìa, può essere interrogato ora su
circa 3500 schede.
Esse riguardano
direttamente o indirettamente l'evoluzione nei secoli della descrizione,
dell'interpretazione, del trattamento e delle implicazioni sociali del diabete,
nella cornice di un fondo archivistico extra-diabetologico proveniente dalla
casa Bruni-Tirelli e costituito da libri, oggetti, manoscritti, stampe, dipinti
e ritratti, che evocano gli ambienti dei vari autori.
Una bibliografia
primaria e secondaria, negli indici di Schumacher (1953), di Schadewaldt (1975),
di Peumery (1987) e di von Engelhardt (1989), copre in pratica tutta la
letteratura sul diabete di valore storico.
Su questa base,
ci si può soffermare su alcune opere presenti, di più o meno agevole riscontro
o addirittura ignorate nella trattazione tradizionale.
Le rispettive
annotazioni si prestano a confronto e a mutuo complemento, sicché è possibile
ritessere - anche se su trama ineguale - una sorta di minore storia editoriale
della diabetologia, focalizzante ora l'uno ora l'altro dei suoi temi.
Precisazioni bio-bibliografiche di tutti i nomi citati e di quelli connessi sono
a facile portata, anche con l'ausilio dei principali indici medico-storici (da
Bayle a De Renzi e a Bonino).
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